– A cura di Alessandro Mosele –
Capita sempre più spesso che chi deve eseguire lavori di nuova costruzione o ristrutturazione di immobili ad uso abitativo si ponga questa domanda: “Mi conviene installare pannelli solari fotovoltaici? E quanti?”. Volutamente ho limitato questo breve articolo al caso abitativo, altre tipologie di fabbricati richiedono considerazioni diverse e diverse possono essere le conclusioni.
Quindi, per gli immobili ad uso abitativo, quando il solare fotovoltaico è davvero conveniente?
Va fatta una premessa: ci sono alcune situazioni, in particolare la costruzione di nuove abitazioni, in cui la legislazione vigente impone il fotovoltaico (o soluzioni diverse che garantiscano il medesimo risultato di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili) di fatto obbligatorio. Ma nella gran parte degli interventi di ristrutturazione l’obbligo non c’è, quindi è lecito chiedersi se sia opportuno prevederlo o meno. Evidentemente la domanda non ha una risposta unica e così semplice, tuttavia l’obiettivo di questo articolo è quello di dare pochi ma spero utili consigli per un orientamento iniziale di massima.
La prima regola potremmo considerarla una diretta conseguenza di uno dei miei motti preferiti: “L’energia più green è quella risparmiata” e può essere così enunciata:
1) La convenienza dei pannelli solari fotovoltaici cala con i consumi di energia elettrica
Il che significa che se noi fossimo dei bravi risparmiatori (vale a dire utenti con consumi annuali elettrici inferiori a circa 2000kWh) non avremmo molta convenienza ad investire in pannelli solari fotovoltaici. Gli obiettivi di risparmio energetico si possono perseguire essenzialmente in due modi:
- utilizzando l’energia solo quando realmente serve (riduzione degli sprechi);
- utilizzandola in modo efficiente (impianti efficienti, elettrodomestici in classe A, illuminazione a led, ecc.).
Facciamo un esempio.
Considerando che il costo di un piccolo impianto fotovoltaico da 1kW è di circa 2500€ (comprese le spese tecniche per il progetto e le pratiche di allacciamento alla rete), tenuto conto che nelle nostre zone climatiche la producibilità annua di un impianto correttamente installato (quindi in zona ben soleggiata e senza ombreggiamenti) è di circa 1100kWh/kW e che in prima approssimazione il costo dell’energia elettrica è di 0,2€/kWh, un impianto da 1kW di picco potrebbe far risparmiare in linea teorica circa 1100×0,2 = 220€/anno, con un tempo di ritorno dell’investimento (TR) di circa 2500/220 = 11,4 anni. Questo solo se però usiamo tutta l’energia prodotta (caso piuttosto raro), altrimenti quella in eccesso viene ceduta in rete con costi per l’utente non molto vantaggiosi (circa 0,1€/kWh), per cui il tempo di ritorno dell’investimento si allunga.
La convenienza dell’investimento non si misura solo con il tempo di ritorno, ma anche con il valore attuale netto dell’investimento (VAN), che consiste, spiegandolo in modo semplificato, nella somma totale di denaro che l’investimento produce (in termini di risparmi sui consumi) in un tempo prefissato, di solito vent’anni, considerando ovviamente anche i costi di manutenzione. Un piccolo impianto permette generalmente di conseguire VAN inferiori.
Il linea generale quindi un impianto più grande (con costi per kW installato inferiori) comporta TR inferiori e VAN maggiori ed è quindi più conveniente, a patto che l’energia prodotta sia interamente utilizzata.
Una nota particolare meritano i sistemi di accumulo a batterie al litio. Questi potrebbero consentire di sfruttare quasi tutta l’energia prodotta (e accumulata), ma il loro costo attuale per un corretto dimensionamento (circa 1000€/kW) non le rende più convenienti dello scambio sul posto.
La seconda regola è la seguente:
2) Meglio nessun impianto che un impianto progettato o realizzato male
E’ pericoloso lasciarsi sedurre dall’idea (generalmente proposta da qualche società o professionista non troppo onesti) di poter realizzare un impianto solare fotovoltaico a costi bassi e con TR e VAN molto convenienenti (vedi sopra). I rischi cui si va incontro in questo caso sono innumerevoli. Solo per citarne alcuni:
- scarsa efficienza (per svariati motivi che non elenco);
- scarsa qualità dei componenti con conseguenti cali di resa ed elevati costi di manutenzione;
- impianto sovradimensionato, per cui i tempi di ritorno dell’investimento possono diventare molto più lunghi di quelli previsti (o meglio “promessi”);
- scarsa competenza professionale che porta a lunghi tempi e perdite di tempo per la messa in servizio.
Per concludere, non è mai una buona cosa lasciarsi tentare da facili guadagni (o risparmi), ma si deve sempre valutare attentamente la possibilità e la convenienza di installazione di impianti fotovoltaici e relativi accessori, come eventuali sistemi di accumulo, con professionisti seri e competenti.
Consulta altri articoli qui:
2 pensieri su “Solare fotovoltaico in immobili ad uso abitativo. Conviene davvero?”
chiaro e limpido!
per chi si è fatto l’impianto negli anni buoni, gli incentivi erano ben altri, giusto?
Esattamente. E non aggiungo altro per non creare inutili polemiche: quello che è stato è stato.