– A cura di Alessandro Mosele –
Il 5 giugno si è celebrata la giornata mondiale dell’ambiente. Ed internet cosa c’entra? Ho sempre pensato che tra internet ed una rete di viabilità stradale ci potessero essere molti elementi in comune: rischio di incidenti, traffico congestionato, ecc. Ma solo da poco ho avuto la conferma che un altro elemento le accomuna: l’inquinamento. Si, avete letto bene: inquinamento.
Il “traffico online” è solo apparentemente immateriale, pertanto non può essere “a energia zero”. Serve energia, infatti, non solo per il trasferimento dei dati, ma anche per il loro immagazzinamento. E stiamo parlando di enormi moli di dati!
Nel 2011 il consumo di elettricità associato ad internet è stato stimato in 684 miliardi di kilowattora. Questi corrispondono ad un’energia primaria che secondo la normativa italiana vigente si calcola con un fattore di conversione moltiplicativo di 2,42 (D.M. 26/06/2015), quindi 684·109·2,42=1655·109 kWh. Se pensiamo che un’abitazione di 100 m2 discretamente isolata (classe energetica C-D) richiede per un anno di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria circa 7000 kWh, risulta che con l’energia richiesta dal web si potrebbero riscaldare ben 1655·109/7000=236 milioni di abitazioni. Con 5 persone per abitazione, giusto per non stare troppo stretti né troppo larghi in 100 m2, si soddisferebbe il fabbisogno di quasi 1,2 miliardi di persone. Una discreta quantità, che dite?
Ora in tutto questo è lecito, anzi doveroso, chiedersi cosa c’entri ciascuno di noi. Possiamo rispondere che se usiamo internet contribuiamo a consumare energia, quindi ad inquinare. L’esempio più lampante è quello delle email: secondo l’Agenzia francese per l’ambiente un messaggio di posta elettronica da 1Mb produce circa 19 grammi di anidride carbonica. E non basta, anche i click inquinano: 7 grammi di anidride carbonica l’uno. Pensate che Google conta su 33.000 clic al secondo, potete farvi un’idea dell’impatto che il nostro dito ha sul Pianeta.
Sicuramente molti potranno dire che se l’energia utilizzata per alimentare il web fosse tutta prodotta con fonti rinnovabili (green) non ci sarebbe inquinamento. Questo è in parte vero, e fortunatamente buona parte di questa energia è green, ma, come ho già avuto modo di dire altre volte, il primo comportamento davvero green è quello di non sprecare, solo dopo si può pensare alle fonti rinnovabili. Questo approccio è migliore anche da un punto di vista finanziario: nella gran parte dei casi è conveniente investire prima sul miglioramento dell’efficienza e sulla riduzione dei consumi, solo successivamente sulle fonti rinnovabili.
A questo punto basta poco per concludere che meno dati scambiamo attraverso internet, meno inquiniamo. Si potrebbe di primo acchito pensare di usarla meno, in realtà la soluzione più sensata è quella di usarla meglio, al prezzo di imparare qualcosa di nuovo, che non guasta mai. Ma di questo ne parleremo… nel prossimo articolo!