– A cura di Alessandro Mosele –
Questo, pur sembrando un argomento riservato agli addetti del settore edilizio, dovrebbe interessare in realtà un pubblico molto più ampio visto che è strettamente legato al tema del risparmio energetico e del comfort abitativo. Ricordando che l’obiettivo di questi brevi articoli è prima di tutto quello di fornire informazioni e suggerimenti per poter operare scelte più corrette e responsabili in materia di risparmio enegetico, rinviando per approfondimenti a specifiche pubblicazioni, affronterò in modo sintetico e il più possibilmente chiaro anche il tema di questo post.
La vignetta che ho scelto per l’articolo è opera dell’ing. Sergio Mammi, fondatore e presidente di ANIT fino alla sua prematura scomparsa nel 2008, e la ritengo molto significativa del fatto che il risparmio energetico non si può improvvisare e richiede conoscenza e professisonalità.
La riflettanza solare può essere definita come “il rapporto tra l’intensità della radiazione solare globalmente riflessa e quella della radiazione incidente su una superficie” ed è una proprietà caratteristica della superficie dei materiali o dei loro rivestimenti. Tanto più la riflettanza solare di una copertura è elevata tanto maggiore è il calore che questa riflette anzichè assorbirlo e successivamente cederlo agli ambienti sottostanti che richiederanno poi da un lato maggiore energia per essere raffrescati e dall’altro presenteranno una temperatura superficiale del soffitto maggiore a discapito del comfort. Ecco spiegato il legame diretto tra riflettanza solare e risparmio energetico.
I vantaggi di rivestimenti ad elevata riflettanza solare sono poi facilmente estendibili oltre le coperture, si pensi per esempio al caso di schermature solari di alluminio con colorazioni scure: mi è capitato di fornire consulenza a clienti che avevano installato persiane esterne in alluminio di colore verde scuro che in estate diventavano veri e propri corpi scaldanti, riducendo quindi drasticamente la loro funzione. Così una schematura che per definizione dovrebbe ridurre il riscaldamento estivo degli ambienti, causato dalla radiazione solare che attraversa i componenti trasparenti dell’involucro edilizio, cioè i serramenti, rischierebbe di veder vanificata in buona parte la propria funzione. In questi casi basterebbe una colorazione più chiara, anche senza costose vernici speciali, per garantire prestazioni energetiche decisamente buone.
La legislazione vigente, sia nazionale (DECRETO 26 giugno 2015, Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici) che regionale (D.G.R. 967 del 20 luglio 2015 della Regione Emilia Romagna, Approvazione dell’atto di coordinamento tecnico regionale per la definizione dei requisiti minimi di prestazione enegetiga degli edifici) rendono obbligatoria, per tutte le nuove costruzioni e per interventi sugli edifici esistenti che interessino anche la copertura, una valutazione dell’efficacia, in termini di rapporto costi-benefici, dell’utilizzo di materiali a elevata riflettenza solare per le coperture. Riporto testualmente, con riferimento all’allegato alla DGR 967/15, Art. 3, Sezione A, punto A.2 (pag. 24):
A.2 CONTROLLO DEGLI APPORTI DI ENERGIA TERMICA IN REGIME ESTIVO
1. Al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti, nonché di limitare il surriscaldamento a scala urbana, per le strutture di copertura degli edifici è obbligatoria la verifica dell’efficacia, in termini di rapporto costi-benefici, dell’utilizzo di:
a) materiali a elevata riflettenza solare per le coperture (cool roof), assumendo per questi ultimi un valore di riflettenza solare non inferiore a:
– 0,65 nel caso di coperture piane;
– 0,30 nel caso di coperture a falde;
b) tecnologie di climatizzazione passiva (a titolo esemplificativo e non esaustivo: ventilazione, coperture a verde).
Ora, se da un lato è vero che non si obbliga all’utilizzo di coperture ad alta riflettanza solare ma semplicemente alla loro valutazione, è altrettanto vero che nella gran parte dei casi si possono trovare soluzioni che garantiscano l’esito positivo di tale verifica e che pertanto debbano essere attuate prima ancora che per un obbligo legislativo per un obbligo morale in termini di sostenibilità ambientale e finanziario nei confronti del committente. Chi e per quale ragione non dovrebbe attuare un intervento di miglioramento dell’efficienza energetica e del comfort abitativo che si dimostri conveniente?
Per approfondimenti:
[1] D.G.R. 967 del 20 luglio 2015
[2] A. Muscio, A. Libbra, C. Siligardi, P. Tartarini, Sviluppo di materiali ad elevata riflessione solare per l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche degli edifici durante la stagione estiva, ENEA 2011
(in particolare pagine 10-11)
Un pensiero su “Riflettanza solare e “isolamento estivo” delle coperture (cool roof)”
come sempre…. il legislatore chiede, ma chi ha il tempo, la competenza e una parcella adeguati ?
oltre alle altre 10.000 verifiche da fare, ci vorrebbe anche “una valutazione dell’efficacia, in termini di rapporto costi-benefici, dell’utilizzo di materiali a elevata riflettenza solare per le coperture.”
giusto, per carità, ma …. anche per una casetta? allo stesso modo che per u centro commerciale?
sono veramente stanco di queste cose.
poi in tante zone arriva la paesaggistica o la soprintendenza che comunque ti obbliga ad usare il tetto in coppi